Il prossimo 9 ottobre saranno esattamente 45 anni dall’uccisione di Ernesto Guevara de la Serna detto il Che. Nasce a Rosario del Rio in Argentina, il 14 maggio del ’28 e muore a La Higuera in Bolivia il 9 ottobre del ’67. Ai più giovani risulta essere un nome di qualcuno che ha fatto qualcosa ma non sanno esattamente cosa. E’ più conosciuto per la foto scattatagli da Alberto Corda che non per ciò che ha fatto. Molti ragazzi lo portano sulle magliette, un mito da mostrare.
Inutile ricordare qui la lunga ed avventurosa vita del Che, esistono migliaia di libri che parlano delle sue imprese, delle sue massime, dei suoi ideali e dei suoi famosi discorsi. Forse è più importante ricordare che è stato un rivoluzionario, un guerrigliero, uno scrittore ed un medico ammalato di asma, che fu membro del Movimento del 26 luglio che portò alla rivoluzione di Cuba. Che Guevara è stato un punto di riferimento per i ragazzi con idea di libertà nel mondo intero. Ernesto credeva nell’uomo, da sempre vicino agli ammalati e ai più deboli, alla fine fu tradito proprio da uno di loro. Un contadino boliviano che, minacciatagli la famiglia diede indicazioni ad un reparto anti guerriglia boliviano che lo catturò e lo uccise.
Ma l’alone di magia che Ernesto aveva attorno a sé, non è mai andato via. Morto lui è rimasto il mito che vive ancora oggi. Il suo senso di libertà e di uguaglianza accompagna le persone che hanno conosciuto le sue gesta e chi si è preso cura di informarsi chi era Ernesto Che Guevara, ancora oggi. E’ presente nelle lotte sindacali, nelle scuole, dove ci sono popoli oppressi. Ernesto vive nelle canzoni, nei pensieri è dentro di noi forse più di allora perché ha insegnato al mondo che lottando è possibile ottenere.
Le bandiere che sventolano ancora oggi nei cortei con la sua immagine sembrano dare più forza e significato alle lotte sociali. E’ come se sotto l’egida del Che si fosse protetti, una garanzia di una lotta seria e determinata. Ai troppo giovani che non conoscono Ernesto suggerisco di leggere “Diario di Bolivia”, di vedere il film “I diari della motocicletta”, di informarsi chi era veramente il Che.
Oggi non abbiamo punti di riferimento. I politici di oggi sono molto attenti agli interessi personali, ad arricchirsi, a formare caste di persone conniventi per potersi muovere meglio. Oggi per raggiungere obiettivi si corrompe, si minaccia. Beh non funziona così, è solo un brutto momento che il mondo sta passando ma presto sarà un lontano ricordo. Malcom X, Martin Luther King, Mahatma Ghandi e Che Guevara hanno ispirato generazioni di uomini. Oggi non abbiamo riferimenti carichi di valori cui ispirarci, perché i valori morali oggi sono morti. Ciò che più conta nel nostro secolo sono le cose materiali, la ricchezza, l’egoismo, l’appagazione di sé stessi.
Quindi, per questo 9 ottobre ricordiamo Che Guevara come simbolo di libertà dei popoli e degli oppressi. In ognuno di noi ci deve essere una parte di Ernesto. Nelle nostre battaglie quotidiane deve emergere il senso di giustizia e di uguaglianza nel nome di chi ha creduto nell’uomo.