Dicono che la morte sciolga

ogni cosa, tranne 

i pensieri che rimarranno in eterno, tramandati, raccontati, scritti,

ma restano.

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“Cielo”che programmi diseducativi.

Le squadre di "The Apprentice"
Le squadre di "The Apprentice"

Messaggi diseducativi che viaggiano ad anni luce dalle realtà mondiali vanno lentamente a permeare e ad illudere le menti di molte persone, prevalentemente giovani in cerca di lavoro. Programmi spazzatura al confine con la fantascienza vengono trasmessi settimanalmente da tutte le televisioni. “Cielo” è il canale numero 26 del digitale terrestre e dal 18 settembre sta trasmettendo un talent show dal titolo “The Apprentice”. Chi arriverà in fondo lavorerà un anno con Briatore con stipendio a sei cifre.

 

Flavio Briatore - saluto romano
Flavio Briatore - saluto romano

Siamo alla prima edizione del talent show “The Apprentice”, ideato da Mark Burnett per la regia di Giuseppe Bianchi e condotto da Flavio Briatore nei panni del boss indiscusso che ha sempre ragione anche quando ha torto. Si tratta della versione italiana dell’omonimo programma in onda negli States con Donald John Trump, amministratore delegato della Tramp Organization che è una società immobiliare di lusso e comproprietario del complesso “Palm Trump International Hotel and Tower”, insomma uno tra gli uomini più ricchi del mondo.

 

Il programma dura circa un’ora e vede schierate due squadre di aspiranti uomini o donne d’affari composta di otto elementi ciascuna, che dovranno misurarsi in varie prove: bootcamp e mercato del pesce, acquisti per un hotel, creazione di giocattoli, allestimento di un punto vendita in un outlet, campagna pubblicitaria per un rasoio, allestimento di un vernissage, produzione e vendita di una miscela di caffè e abilità di televenditori. Briatore, affiancato dagli assistenti Patrizia Spinelli e Simone Avogadro di Vigliano, in fase di bootcamp elimina immediatamente due concorrenti. Restano quindi 7 donne e 7 uomini che comporranno la squadra Lux e Il Gruppo. Per ogni gara viene eletto un team leader all’interno di ogni squadra che ha compiti specifici di coordinamento  per raggiungere tutti gli obiettivi. Chi vince avrà come premio un momento di svago, chi perde oltre ad un durissimo colloquio con Briatore dovrà subire la perdita di un concorrente.

 

In 5000 si sono presentati ai provini per 16 eletti in un range di età compreso tra i 25 e i 39 anni. In primo piano ci sono sempre location da sogno, auto lussuose, alberghi da mille e una notte. Lusso a prescindere e ad ogni costo. Situazioni che nella realtà sono privilegio di poche persone fortunate. Talent show che nel nostro Paese stanno diventando come le telenovelas in Sudamerica: la gente sogna ma vive realtà assolutamente diverse. A parte questa cinica circostanza trovo che manchi l’educazione ed il rispetto per il lavoro e per il consumatore. Arrivisti in erba che si sbranano come in un’arena pur di raggiungere l’obiettivo di lavorare con Briatore per 12 mesi. 

 

Briatore: sei fuori!
Briatore: sei fuori!

Crisi economica a parte, ho l’impressione che si manchi di rispetto a chi svolge un lavoro normale per pochi euro al mese, con orari assurdi, domeniche, Natale, Pasqua, senza lusso o benefit di alcun tipo, magari mangiandosi un panino in piedi o su un banco di lavoro sporco di grasso, col pensiero e lo stress che comunque vada, lo stipendio non basterà. Difficile anche fornire ai figli spiegazioni plausibili. Ma con uno stipendio a 6 cifre, in un anno quante famiglie si potrebbero mantenere? Non si rispettano i figli che studiano e che sanno già che con il solo diploma non saranno nessuno e con la laurea idem, a meno che non si rechino all’estero. Il loro primo stipendio sarà poco più di mille euro nei casi migliori. Perché allora infierire e illudere.

 

C’è da chiedersi quali messaggi si voglia far passare e dove si voglia arrivare. Si pubblica e si mette in onda di tutto, apparentemente senza alcun filtro, senza morale, senza etica, senza rispetto ne educazione. Un Briatore che fa il padre e padrone e caccia la gente perché è più emotiva di altra come il concorrente Davide cui mancava anche sangue freddo. Oppure Stefano per essere stato troppo poco operativo e per essere finito tre volte tra i peggiori. O ancora Martina per non essere riuscita a concludere nemmeno una vendita. In quanti ci riconosciamo tra queste poche righe? Siamo fatti di carne e i giorni non sono tutti uguali e questo genere di selezione non fa onore al genere umano civile.

 

Le persone e la realtà sono altra cosa. Gente che si alza alle 4 del mattino, donne che portano i figli a scuola e corrono in fabbrica o in ufficio, uomini che dicono sempre si per paura di perdere il lavoro, sempre più precario grazie a qualche giuslavorista, donne che fanno le pulizie negli uffici prima che arrivino i dipendenti, camionisti, tramvieri, infermieri. La vera Italia che lavora e che manda avanti il Paese. Briatore, sei fuori!