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Perizie truffa sugli immobili: perché le banche non pagano? Urge sanatoria!

Foto Pixabay

All’inizio degli anni 2000, le banche pur di sovvenzionare somme alle famiglie per l’acquisto della prima casa, falsificavano le perizie degli immobili e ti erogavano fino al 130% della somma che serviva per l’acquisto dell’immobile. Inoltre, ancora a quel tempo le case si pagavano una parte in assegno ed una parte in nero, con la complicità delle banche che erano al corrente di tutto e conniventi

Erano proprio gli istituti di credito a proporti un finanziamento maggiore rispetto al richiesto. Loro definivano “le spese accessorie”, quelle ulteriori uscite che riguardavano le spese bancarie, notarili, ivi compreso l’acquisto di qualche mobile e perché no, ci si infilava dentro anche una breve vacanza o qualche rata della nuova auto. Si ma come facevano? Era molto semplice: l’immobile valeva 140.000€. Il perito compiacente, incaricato dalla banca lo valutava 300.000€ ed il gioco era fatto. Quindi il cliente felice si sentiva un piccolo, stupido e felice uomo ricco. Aveva una casa nuova pagata per metà in nero, aveva un’auto nuova, vacanze e mobilio nuovo. Il medio borghese, in realtà stava per scomparire per sempre come un dinosauro nel buio della fuliggine dell’impatto di un asteroide.

Poi, dopo qualche anno di sogni sciocchi è arrivata la crisi economica, apparentemente causata dai fallimenti delle banche, in realtà pilotata da logge massoniche mondiali. Un piano diabolico per impoverire e mettere in difficoltà l’economia mondiale, distruggendo definitivamente la classe media. I mutui accesi a tasso variabile sono stati devastanti. Le persone più fortunate sono state costrette a svendere la casa, le meno fortunate non hanno potuto farlo perché quanto pagato fino a quel momento non copriva nemmeno il 30% del mero valore dell’immobile. A quel punto le banche hanno iniziato a guardare le perizie farlocche che loro stesse avevano commissionato al rialzo ma a quel punto non essendo più a loro favore, non andavano più bene. Cravattari legalizzati come sempre hanno messo in difficoltà la clientela.

Nel frattempo la gente ha tentato di correre ai ripari rinegoziando i muti, cambiando il tasso da variabile a fisso per non avere più sorprese e pagando purtroppo una rata molto più salata del variabile ma almeno quella era. Poi i tassi sono scesi al minimo storico beffando ancora una volta chi tentava di riparare una situazione drammaticamente schifosa. C’era chi pagava rate da 400 / 450€ col variabile e chi col fisso 700 / 800€. Lo Stato in questo frangente non ha mai pensato di tutelare i truffati con una sanatoria che accontentasse lo Stato stesso, le banche e cittadini. Una riduzione del margine di interesse o fare in modo che ci fosse un regime di controllo statale delle rate rispetto agli stipendi. Stiamo parlando della casa e non di un accessorio di lusso. Una normale abitazione intesa anche come appartamento.

 

Lo Stato dovrebbe porsi a tutela dei cittadini e delle banche in equa misura e non essere sempre il solito complice alleato degli istituti di credito. Perché le banche non hanno subito alcuna sanzione amministrativa e penale per le perizie gonfiate sugli immobili? Perché le stesse perizie non sono state valutate allo stesso modo e con la stessa convenienza reciproca di quando sono state poste in essere in origine? Quando lo Stato intende intervenire con una legittime sanatoria sulla questione rate dei mutui adeguate agli stipendi? Oltre ad impoverire maggiormente le persone e questo era l’obiettivo iniziale, hanno ridotto il potere d’acquisto delle persone e ne consegue un ridotto ricircolo del danaro.

 

Qualcuno molto contestato una volta ha detto: i truffati resteranno per sempre degli ingenui, ma i truffatori resteranno degli infami a vita!