Dicono che la morte sciolga

ogni cosa, tranne 

i pensieri che rimarranno in eterno, tramandati, raccontati, scritti,

ma restano.

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The Ghostmaker di Mauro Borrelli

Mauro Borrelli da Los Angeles con la sua ultima pellicola.

The Ghostmaker
The Ghostmaker

"The Ghostmaker" è un supernatural thriller, co-prodotto a Los Angeles da Fabio Segato con la Baby Films. Lo scorso 24 e 25 giugno 2012 è stato presentato al Festival del Cinema di Taormina. Il film è distribuito internazionalmente da Spotlight Pictures e uscirà questo autunno nei cinema di  Francia e Germania. Cinema italiano di alto livello realizzato oltreoceano, eppure poco o nulla se ne sente parlare nel nostro Bel Paese, a parte la rivista specializzata più importante per i professionisti che è Cinecittà News.

 

Borrelli e Gilliam
Borrelli e Gilliam

Ma cerchiamo di capire chi si cela dietro ad un nome al momento ancora poco altisonante per un pubblico poco attento e soprattutto troppo attirato da personaggi di fama storica. Lo sappiamo bene: nessuno è profeta in patria e Mauro Borrelli non teme concorrenza. Infatti inizia la sua carriera a Cinecittà, alla fine degli anni Ottanta, come illustratore nel film "Il Barone di Munchausen" di Terry Gilliam. Il suo talento viene notato da Francis Ford Coppola che lo invita a vivere un anno a casa sua a Napa Valley, in California. Collabora con lui nella previsualizzazione del “Padrino parte III” e “Dracula”. Da qui inizia il percorso hollywoodiano di Borrelli. Come concept designer ha ideato tante immagini di grandi film. Tra queste: la quercia de “Il Mistero di Sleepy Hollow” di Tim Burton, il galeone de "I pirati dei Caraibi" di Gore Verbinski e altre creazioni per “Il Piccolo Buddha” di Bernardo Bertolucci, “Il Pianeta delle Scimmie”, “Lemony Snicket” e “Dark Shadows” di Tim Burton. I disegni di Borrelli, testimonianza del lungo sodalizio con Burton, sono ora in giro per il mondo nella mostra “Tim Burton”, presentata al Moma di New York e alla Cinématèque Française di Parigi. Con questo background, Borrelli dirige "The Ghostmaker". 

 

Mauro Borrelli
Mauro Borrelli

Molto accattivante la trama della pellicole: Kyle è un giovane studente del college che svuota cantine per rimediare un po di soldi. Nel sotterraneo della casa di una vecchia signora, un po' inquietante, trova una bara. Pensando di rivenderla, Kyle se la porta a casa e scopre che in un doppio fondo c’è nascosto un meccanismo ad orologeria e la chiave di una scatola musicale. Una cosa è certa: quella è una bara molto strana. Con i suoi amici fa delle ricerche e scopre che è stata costruita nel XV secolo dal malefico Wolfgang von Tristen, conosciuto come "L'artigiano del Diavolo". Ad uno ad uno gli amici accetteranno di smaterializzare il proprio corpo e di affacciarsi oltre il confine tra la vita e la morte. Von Tristen costruiva meccanismi di tortura ed era irresistibilmente attratto dalla morte e dal mondo dell'oltretomba. Fu lui a costruire questa bara, che gli permise di uscire dal suo corpo mortale provando così l'esperienza della morte. La chiamò "La Macchina Fantasma". Kyle e i suoi amici, uno alla volta, si sdraiano nella bara; vogliono provare quella sensazione del passaggio dalla vita alla morte. All’inizio le loro avventure nel mondo dell’aldilà sono divertenti e innocue, ma alla fine la Macchina Fantasma tira fuori gli impulsi e i desideri più pericolosi di ognuno di loro. Gli amici si ritrovano così in un mondo maligno e imparano che c'è un prezzo da pagare se si vuole scherzare con la morte... e la Morte proprio non ci sta ad essere presa in giro.

 

Christopher Young, autore della colonna sonora di “Spiderman III” e di molte pellicole di Sam Raimi ha composto il tema principale del film. "The Ghostmaker", sarà presentato in Italia in anteprima da Baby Films che sta creando da tempo un network di talenti del nostro paese sparsi nel mondo, per dar vita ad un cinema italiano dalle potenzialità internazionali. In questo nuovo film, Mauro Borrelli, è sceneggiatore e regista. "La vita è bella... quando sei morto", recita lo slogan della pellicola, che in qualche modo rimanda a un modo di fare cinema di genere, molto in voga negli anni 70, che oggi in Italia si è perso.