Energia: una parola che ci segue e che intride la nostra quotidianità alimentando polemiche e dibattiti. Torna infatti alla ribalta in questi giorni il problema di installare alcune centrali nucleari nel nostro paese, con tutte le perplessità legate al rischio di incidenti e allo stoccaggio delle scorie radioattive per centinaia di migliaia di anni. La diffidenza manifestata dagli italiani e che ha portato al risultato referendario dell’ otto e nove novembre del 1987, possiamo senza dubbio affermare che sia il prodotto di tutti i potenziali pericoli che una soluzione energetica di questo tipo potrebbe arrecare alla popolazione. Nel luglio 2008, gli incidenti occorsi ad alcune centrali termo nucleari francesi, in primis quella di Tricastin, non hanno certamente contribuito ad innalzare l’indice di gradimento per una soluzione di questo tipo. Resta da chiedersi se le notizie che ci giungono siano complete e veritiere e soprattutto in tempo reale. E’ inutile nascondere che la parola “nucleare” ha da sempre terrorizzato gl’italiani ancor prima della catastrofe Chernobyl.
Il nostro pianeta è in grado di fornire energia rinnovabile in modo continuo ed inesauribile L’energia del vento ad esempio, non si esaurirà se non in tempi di
svariati miliardi di anni, cioè quando la Terra verrà inghiottita dal Sole trasformatosi in gigante rossa. Non cercare di sfruttare al meglio l’energia del vento sarebbe un vero “delitto”, così
come non voler sfruttare altre forme di energia alternativa complementare, vedi quella solare e delle maree. Attualmente l’ottanta per cento dell’energia utilizzata sulla terra viene prodotta bruciando i cosiddetti combustibili fossili come il carbone, il petrolio o il metano attraverso processi
di trasformazione che generano gas inquinanti che danneggiano l’ambiente una volta liberati in atmosfera. Effetto serra in primo luogo. Esistono però dei piani d’azione concreti ed efficaci come
l’energia eolica, un sistema di sviluppo di energia elettrica attraverso tre cicli di trasformazione: dall’energia cinetica del vento all’energia meccanica del rotore trasformata quindi in
energia elettrica dal generatore. Ecco il modo per ottenere un prodotto pulito e puro. Oggi il primato spetta alla Germania; all’inizio del 2002 il 50% degli impianti eolici d’Europa erano
installati nel territorio tedesco.
Oggi
ricopre il 3.5% del consumo elettrico con ambizioni ad arrivare al 25% entro il 2025. In Italia lo sviluppo di tale progetto è ancora in fase embrionale. Lorenzo Rezzadore, perito agrario
ed ex sindaco di Orgiano è da tempo sensibile all’energia alternativa complementare. Lo abbiamo incontrato per fare il punto della situazione nel Veneto. L’Italia è tra gli ultimi paesi
d’Europa ad avvicinarsi all’Eolico, quali sono i motivi? “L’Italia ha risposto in ritardo rispetto ad altri paesi. Nel nord Europa, infatti, ci sono molti investimenti per quanto riguarda
l’eolico ed il fotovoltaico. Quei paesi più caratterizzati dal passaggio del vento sfruttano l’eolico, i cui impianti sono diventati caratteristica del panorama stesso, quindi a basso impatto
ambientale, mentre i paesi esposti al sole hanno concentrato maggiori forze nel fotovoltaico. Forse in Italia c’è molta diffidenza nel cambiamento e aggiungerei anche pregiudizi. C’è un freno
importante che sarebbe necessario rimuovere, come quello dell’impatto ambientale. Molti paesi del nord Europa hanno fatto di necessità, virtù ed ora gli impianti eolici fanno da sfondo alle
cartoline europee. E’ evidente che l’installazione di tali impianti va ponderata in base al paesaggio e al patrimonio artistico e storico del sito predestinato. Beni ambientali e culturali
daranno il loro benestare in base ai loro criteri, nel rispetto appunto, di cultura e storia”.
E’ possibile accumulare l’energia eolica?
“Esiste già un’impiantistica formata da accumulatori e da inverter e di quanto serve per la connessione in rete che è in grado di mettere assieme sia la produzione eolica che la fotovoltaica.
Quindi un impianto produce di notte e l’altro di giorno. Utile soprattutto nelle piattaforme isolate ad esempio in alta montagna”. Quanto costa un impianto eolico e a chi è
consigliato. “Direi come il fotovoltaico è consigliato a chi intravede la possibilità di un’alternativa di produzione di energia, di creare reddito e chi desidera andare incontro alle
esigenze per la salvaguardia dell’ambiente. Rispettando il patrimonio storico e paesaggistico ogni posto è idoneo alla monitoraggio della qualità e della quantità del vento tramite l’utilizzo di
in sensore. Servono all’incirca 5/6 metri al secondo. Il costo per kw di potenza è in genere molto inferiore a quello del fotovoltaico. L’eolico è quello che ha il costo minore per impianto e non
ha manutenzione elevata. Se il fotovoltaico costa mediamente dai 4000 ai 5000 euro a kw di potenza, per l’eolico possiamo parlare di un rapporto a 1000 / 2000 euro. Chiaramente gli impianti più
piccoli sono più costosi. Con l’ultimo decreto 2008/2009 anche l’eolico entra nel pacchetto dell’energia. Il contributo omnicomprensivo di incentivo più vendita è di 30 centesimi per quindici
anni”. Ambientalisti ed impianti eolici sono in armonia? “Non ho esperienza diretta però sento che gli addetti ai lavori manifestano una certa resistenza in questo in senso.
Direi che sarebbe fuori luogo se fosse una posizione netta, molto più comprensibile se mirata ad alcuni siti particolari”.
Che tipo di difficoltà si incontrano nell’installazione di un impianto eolico?
“Prima di tutto, una volta individuato il sito, è necessaria una profonda analisi. Bisogna posizionare un anemometro a 15/20 metri d’altezza per appurarne la quantità e la qualità del vento,
ogni minuto, ogni ora e giorno per giorno per vari mesi. Se ne ricaverà un dato che indicherà per quanti metri al secondo è presente il vento, se è a folate, se è costante, se ha periodi di
fermo. Solo in questa fase si sceglierà il tipo di apparecchio da installare. La macchina oggi ha pale in carbonio diversamente orientate e calibrate. Ci sono vari tipi di rotori e pale auto
orientanti. Con la moderna tecnologia è possibile anche ovviare ai danni da elevata presenza di vento, esiste una frizione-freno magnetica che aggancia e sgancia il rotore a seconda della
necessità, evitando forme forzate di funzionamento che potrebbero causare guasti”. Quanta energia si riesce a ricavare dall’energia eolica? “L’impianto che è presente a Badia
Calavena è da un mega e quattrocentomila ed è il primo voluto dalla Regione Veneto in Veneto, produce due milioni di kw ora all’anno ed una parte di questa energia è riservata al comune che ha
partecipato alla spesa. Ci sono diverse ditte vicentine che operano nel settore dell’impiantistica e della manutenzione, quindi è anche un’opportunità di lavoro. Molte parti, inverter compresi,
sono made in Italy”. Ad esempio un piccolo borgo di collina, dovendo scegliere è meglio l’eolico od il fotovoltaico? “Se si è in presenza di passaggio di vento sufficiente
siamo certi che almeno è meno dispendioso economicamente. L’optimum sarebbe la combinata tra eolico e fotovoltaico per contribuire ad ogni necessità energetica del borgo stesso, dall’acqua calda
alla luce. La sovrapproduzione è possibile venderla e metterla in rete”.
Qualche progetto imminente circa la scienza eolica? “Le nostre zone offrono location davvero interessanti per l’insediamento di impianti macro eolici. Basti pensare alle creste delle montagne, le vallate, i canaloni cioè tutte quelle zone dove s’incanala l’aria. Questi siti sono assolutamente sfruttabili per la produzione di energia rinnovabile. Chiaramente vanno interessati gli uffici preposti come i Beni Culturali e Ambientali. Si auspica che presto anche nei nostri colli vengano monitorate e studiate zone per lo sfruttamento dell’energia eolica”.
I Numeri
Macro impianto di Badia Calavena
Primo macro impianto eolico voluto dalla Regione Veneto per il Veneto
Impianto sul livello del mare altezza 600 m
Piattaforma di sostegno 70 mq
Altezza colonna centrale 70 m
Numero pale 3
Materiale struttura pale: carbonio
Raggio pale 38 m
Altezza dal suolo con massima estensione della pala 108 m
Potenza kw ora 1 mega e 400 mila
Costo dell’impianto oltre 2 milioni di euro
Ammortamento circa 600.000 euro l’anno
Impatto ambientale accettabile
Rumore nessuno
Inquinamento nessuno
Esiste di fatto anche un ritorno turistico nella zona di Badia Calavena