Difficile
ricordare un anno scolastico che inizi senza la minaccia di scioperi, soprattutto da parte di quell’esercito di insegnanti precari che rivendicano da tempi remoti i loro sacrosanti diritti. Il
governo ha mantenuto l’impegno con loro e saranno chiamati a fornire il loro contributo in progetti di qualificazione nelle attività scolastiche nei rispettivi territori. Questo ha fatto tirare
un sospiro di sollievo a tutti indistintamente. In questo clima sereno ed estemporaneo, presso l’Istituto Comprensivo “Carlo Ridolfi” di Lonigo si è avvicendato un cambio di guardia ai
vertici della dirigenza. Lorenzo Quaglio, che ha impeccabilmente, diretto il plesso per cinque anni, elevando il prestigio della scuola con i risultati conseguiti, ha raggiunto l’età pensionabile
lasciando l’incarico. La scuola, in questi giorni, è stata oggetto di valutazione da parte dell’inviato del Ministero della Pubblica Funzione in quanto l’istituto è risultato finalista nel
concorso “Premiamo i risultati”. La candidata naturale al subentro di Lorenzo Quaglio sembrava essere Gigliola Marcolungo, dirigente scolastico della scuola elementare “Gianni
Rodari” di Lonigo.
Raggiunta
nell’ufficio della sua Direzione Didattica, ci spiega che appena avuta la notizia del pensionamento di Quaglio, ha preso immediatamente contatto con l’Ufficio Scolastico Provinciale spiegando le
motivazioni personali e di scelta professionale che l’anno portata a rinunciare alla candidatura per la reggenza dell’I.C. “Carlo Ridolfi”. Da anni alla guida dell’importante plesso leoniceno
elementare che comprende anche una scuola materna, Gigliola Marcolungo, ha contribuito a rendere pregio e crescita all’istruzione locale, prendendo spesso decisioni non facili ma la sua
determinazione e lungimiranza le hanno sempre dato ragione. La domanda di Reggenza da parte dell’Ufficio Scolastico Regionale viene quindi accolta da Antonio Fortuna, già dirigente
scolastico presso la scuola media di Altavilla Vicentina. Nominato dal primo settembre scorso, è già al lavoro, coadiuvato dal collaboratore vicario, Mariano Pasqualotto che ha un semi esonero e
a cui è stata data la delega per la sostituzione in toto. A caldo le prime impressioni del nuovo reggente. Gli ottimi risultati conseguiti da Lorenzo Quaglio sono un’eredità difficile oppure
uno stimolo a fare meglio. “Rispetto alla valutazione dei risultati, alla qualità e all’eccellenza, sono stato ricevuto in giugno dal Presidente della Repubblica, perché la scuola di
Altavilla Vicentina è una delle cinque eccellenti d’Italia. Diciamo che in questa scuola mi sento a mio agio”.
Le iniziative intraprese negli scorsi anni, come il giornalino d’Istituto, saranno rivalutate?
“La mia sarà una gestione di emergenza essendo Dirigente Didattico Reggente. Per cui continuerò a dirigere la scuola di Altavilla più Lonigo in quanto, per una questione formale, il Vicario
non può condurla. Non potendo gestire quotidianamente l’Istituto, esso proseguirà con il Piano di Offerta Formativa deliberato dal collegio, con i progetti e con le modalità in atto, portando
avanti le attività iniziate e condivise”. Si prospettano difficoltà particolari per il nuovo anno scolastico? “Direi di no. Ci sono stati alcuni tagli per quanto riguarda il
personale A.T.A. ed alcuni docenti. Tuttavia l’impronta che Quaglio ha dato alla struttura mi sembra reggere senza alcun problema per cui può benissimo risolvere la questione dei
tagli”.
Nel progetto Gelmini c’è più a cuore la qualità della scuola o la necessità impellente di risolvere la questione Istruzione, lavorando su parametri diversi? “E’ indubbio che l’impatto della riforma del Ministro Maria Stella Gelmini nasce dalla finanziaria dell’estate 2008. Partendo da questo principio è evidente che parliamo di bilanci economici e di conseguenza una serie di decisioni mirate a contenere e a rivedere le spese. La revisione dei curriculum, del monte ore, la presenza di più insegnanti in classe e l’utilizzo della compresenza ha scaturito una serie di reazioni. Collegare i due elementi ed affermare che con meno risorse avremo a prescindere una scuola di qualità inferiore, non è detto. L’esempio mi viene naturale traendo spunto dal dimensionamento scolastico: non è un dato scontato che una classe di dieci alunni impari più cose di una classe di venti. Mentre se parliamo di quaranta allievi nella stessa classe ci sono buone probabilità che l’apprendimento venga penalizzato ma questo non è il nostro caso”. Com’è il rapporto tra studenti extracomunitari e nazionali. “A Lonigo siamo all’incirca al 15/20% come concentrazione. Cifre molto simili a quelle di Altavilla Vicentina. Non ci sono picchi particolari e allarmanti come a Montecchio Maggiore. Ormai è una realtà che si sta lentamente ottimizzando da se. Ci sono ragazzi extracomunitari che sono nati in Italia e conoscono perfettamente le lingua”.