Giunge
alla 513° edizione la Fiera Campionaria di Lonigo. Importantissimo appuntamento per commercianti ed artigiani del Veneto e non che grazie a questo evento hanno la possibilità di allacciare
importanti rapporti di affari contribuendo come sempre in maniera decisiva alla nostra economia. Nel trascorrere lento di questo mezzo secolo, una tra le cose, che maggiormente ha accompagnato
per mano l’evolversi di questa Fiera sono state le cartoline. Immagini di cavalli al galoppo, al trotto, primi piani di criniere con, sullo sfondo, una Lonigo vagamente bohémien, che tende a
rinnovarsi ad ogni occasione tentando di scrollarsi di dosso un affezionato passato per guardare al futuro con determinazione. Parte dunque da lontano l’origine di questa iniziativa fieristica,
potremmo dire dalla notte dei tempi. Difficile ricostruire un cammino così radicato se non fosse per il nostro concittadino Luigino Rancan, appassionato collezionista e numismatico, nonché
profondo conoscitore ed estimatore della nostra storia locale.
Quali sono le origini della Fiera di Lonigo.
“La fiera che oggi vediamo è la trasposizione moderna di quella che fu la grande fiera di Lonigo della seconda metà dell’ottocento. I manifesti pubblicitari ci dicono che la nostra fiera
compie 513 anni. Una bella età per un incontro di scambi commerciali importante e da non perdere, quale può essere stata la nostra fiera di marzo o della Madonna. Nei primi tempi si teneva
attorno al Santuario di Madonna, ma quando assunse un ruolo decisamente primario nell’economia rurale delle regioni del nord Italia e dei territori che andavano verso oriente, la fiera venne
trasferita entro le mura della città di Lonigo. Nelle guide del Settecento vengono proposte le informazioni più importanti se non essenziali per i viaggiatori dell’epoca e tra le fiere
menzionate nel mondo compare anche quella di Lonigo. Ma sarà con la costituzione del Regno Lombardo Veneto, la gemma dell’Impero Austriaco, che Lonigo darà avvio al secolo d’oro per la sua
economia e la vita sociale. Diverrà città e capoluogo di un grande distretto. Attorno alla secolare attività agricola confluiranno nuove attività industriali quali, le filande, le concerie e le
prime officine meccaniche. Questo fervore e sviluppo economico non poteva non riflettersi nella sua vetrina naturale quale era la fiera. In breve l’incontro annuale del 25 marzo divenne un
momento di interesse europeo. Le cronache raccontano che a Lonigo nel periodo della fiera confluivano con treni speciali, la più moderna invenzione dell’epoca, migliaia di persone e
convogli carichi di cavalli il cui numero, in alcune edizioni fieristiche, ammontavano a più di 8000 capi. La città ebbe indubbiamente un grande sviluppo, testimoniato tutt’oggi da opere,
quali lo splendido Teatro comunale, la pista dell’Ippodromo, il nuovo Ospedale, l’Asilo infantile e il Duomo. Altre opere, quali una fra tutte la centrale elettrica, che permise alla nostra città
di essere una tra le prime in Italia ad essere illuminata, sono ora inglobate dal tessuto urbanistico. Il Novecento, con l’avvento della seconda rivoluzione industriale, sarà testimone di
un’inesorabile contrazione dello sviluppo economico cittadino e della conseguente diminuita importanza della fiera leonicena”.
Che ruolo hanno avuto le cartoline in questa evoluzione.
“Le cartoline che oggi vediamo arrivare o partire da Lonigo nei giorni della Fiera fanno parte di una tradizione promossa alcuni decenni fa dal Circolo Filatelico di Lonigo. Tale associazione,
in occasione della Fiera organizzava una mostra espositiva che, attraverso documenti filatelici e storici desiderava ricordare i pregi della nostra città. Con quelle edizioni si era cercato di
mantenere una continuità con le cartoline pubblicate un secolo prima, celebranti la fiera. Quelle di tale epoca erano però portatrici di un significato decisamente diverso. In quel periodo il
commercio necessitava di nuove forme di comunicazione che permettessero un ampliamento degli operatori economici da entrambi i lati dell’offerta e della domanda. Nacque per la soddisfazione di
tali esigenze la pubblicità, che trovò nella cartolina postale una delle sue prime forme. Uno strumento, che in modo semplice e chiaro permetteva la diffusione di un’informazione.
L’amministrazione comunale di quegli anni accolse le nuove proposte e cominciò a pubblicizzare la fiera con le cartoline, prima semplici poi sempre più elaborate artisticamente e tecnicamente,
direi con ottimi risultati”.
Che legame esiste tra la Fiera e il Teatro.
“Il teatro fu una delle opere costruite negli anni di maggior splendore economico della città. La fiera era divenuta la vetrina espositiva del sistema sociale ed economico di Lonigo e per il
viaggiatore che arrivava nella nostra città, quale biglietto da visita non poteva essere migliore di un bel teatro? Comunque ci furono anche altre motivazioni non ultime quelle di una tradizione
lirica ben affermata e di un livello culturale ed artistico raggiunto dagli abitanti”. Quando c’è stata la trasformazione da Fiera Cavalli in Fiera Campionaria. “La trasformazione
in fiera campionaria è recente e risale agli anni Ottanta. Periodo questo, difficile dal punto di vista economico e con le scarse risorse comunali questa trasformazione era l’unica possibile per
un effettivo rilancio della fiera. Si doveva cercare una risposta alle grandi fiere internazionali, ad esempio quella di Verona che assorbiva ogni interesse. Avrei a mio giudizio cercato di dare
una immagine di nicchia, cioè una fiera mirata alla promozione di alcuni prodotti scelti, magari rappresentativi della tecnologia sviluppata nel nostro
territorio”.
Che influenza ha avuto la Fiera sui leoniceni. “Oserei dire che fino a qualche anno fa il cittadino leoniceno nella sua quotidianità aveva cuore e mente costantemente indirizzato alla Fiera della Madonna. Il negoziante ricercava i migliori prodotti da vendere, l’agricoltore aspettava quel giorno per sondare le novità ed acquistare gli attrezzi ed anche gli studenti l’attendevano speranzosi per godersi un bel giorno di festa. Possiamo dire che la fiera ha costituito per generazioni il momento più atteso dell’anno. Concedetemi una piccola digressione storico-letteraria per sottolineare come per la Repubblica di Venezia il 25 marzo fosse il primo giorno dell’anno amministrativo. Così per i leoniceni la Fiera rappresentava contemporaneamente l’inizio di un nuovo anno di vita e l’arrivo della stagione primaverile. Il famoso scrittore Arnaldo Fraccaroli apriva così uno dei suoi più famosi romanzi, “Ragazze innamorate”: Le ragazze scendevano a frotte dal monte. Cantarellavano e ridevano…. Era il 25 di marzo, e scendevano tutti alla fiera di Lonigo: la fiera della Madonna”.