L’amministrazione Boschetto aveva fatto costruire in Via Pontespin una palazzina che sarebbe stata adibita a servizi
sociali utili alla collettività e in grado di ospitare pazienti al limite dell’autosufficienza oppure qualche ospite di casa salute a difficile impatto sociale, una residenza per anziani ai quali
sarebbe stata chiesta una cifra agevolata d’affitto e perché no anche in caso di emergenza per il municipio stesso. Questo piccolo nucleo, vicino al centro e ai servizi, avrebbe concentrato
l’assistenza dall’esterno: un controllo medico, dei pasti caldi ecc. A suo tempo quando fu concessa l’area, all’impresa Rebellin per la costruzione dell’immobile, si concordò che l’avrebbe ceduta
finita. L’amministrazione corrispose una cifra pari a circa cinquecento milioni delle vecchie lire ma non fu possibile consegnarla. Quindi passò poi in dote all’amministrazione Marchetto. Una
stima eseguita dall’Agenzia del Territorio di Vicenza, attribuisce alla palazzina un valore venale di 690.000,00 €, circa il triplo rispetto all’origine. Recentemente è stata venduta per
485.000,00 €. Con questa manovra, vista così, l’amministrazione sembra avere rinunciato illogicamente a 205.000,00 €.
L’ideatore del progetto iniziale, nell’amministrazione Boschetto è l’attuale capogruppo di Patto per Lonigo Franco
Rebesan assieme al quale cercheremo di capire il perché di una vendita, così bizzarra ed estemporanea. Perché la vendita è stata effettuata ad una cifra inferiore rispetto la stima
dell’Agenzia del Territorio. “Il Legislatore ha pensato ad un Patto di Stabilità Interno inteso come un insieme di precetti atti a realizzare obiettivi condivisi da Governo Centrale e
Autonomie Locali piuttosto che a norme interattive assistite da un sistema di pene e sanzioni. Nel corso del 2005, il vincolo della crescita della spesa è stata la forma assunta definitivamente
mentre nel 2007 l’obiettivo fu il rispetto di un saldo. Parametri poi modificati dalle varie finanziarie di anno in anno. Dal saldo sono state progressivamente eliminate delle voci. In altre
parole si tratta di un range economico entro il quale è necessario stare per non sforare il P.S.I. e ricevere conseguente richiamo dalla Corte dei Conti. L’amministrazione comunale non ha
rispettato il patto, per cui si è resa necessaria una realizzazione economica. Furono indette due gare d’asta a 690.000,00 €. Andarono deserte. Si passò alla trattativa privata. Vinse la
Cooperativa il cui presidente è Alberto Gustoni già membro della commissione edilizia di questo comune. L’amministrazione poteva recedere ed aspettare tempi migliori e soluzioni alternative.
L’assessore al bilancio Giorgio Bonfà ha così potuto coprire il P.S.I.”.
Ora che utilizzo verrà fatto della costruzione.
“E’ una società privata, non ha fini sociali, curerà il proprio interesse com’è giusto che sia. Non abbiamo idea di che cosa ne faranno. L’intento di un utilizzo rivolto alla collettività più
debole è svanito. Nel febbraio del 2006 avevamo indetto un bando si concorso approvato che riguardava un progetto per 70/80 abitazioni residenziali agevolate. Erano già arrivate delle domande.
L’amministrazione revocò le delibere per avere a disposizione l’area e poi alienarono l’area per fare cassa. Un comportamento inammissibile, vivono alla giornata e non ragionano da buon padre di
famiglia come la nostra Giurisprudenza prevede. Non mi stupirei che domani vendessero lo storico Bar Borsa”. Sarebbe stato possibile risparmiare diversamente. “205.000,00 €
corrispondono circa a 400 milioni delle vecchie lire ed è poco meno del prezzo speso in origine, tralasciare una somma simile non mi sembra sensato. Risparmiare sull’orienteering, sulla cena a
base di vitellone, sul concorso ippico si sarebbe potuto fare anche se non sarebbe stato un grandissimo risparmio. E’ necessario avere idee, progetti ed investire correttamente per il bene della
collettività. Fecero scelte sbagliate fin dall’inizio quando durante il primo bilancio nel 2007 con l’assessore Luca Lazzari, aumentarono l’I.C.I. della seconda casa dallo 0.6 allo 0.7, e
la tassa sui rifiuti. Hanno ignorato il fatto di coinvolgere il cittadino spiegando le motivazioni di tali ritocchi creando un malcontento generale.”.
Tre assessori si dimettono. Il suo pensiero? “C’è l’anarchia più assoluta all’interno della squadra di maggioranza, ognuno pensa e agisce in modo autonomo. Il sindaco deve evidenziare gli obiettivi da raggiungere e attribuire i vari compiti. Hanno iniziato con la rottura delle deleghe e questa disgregazione non agevola il compito dell’assessore. Il sindaco ha proceduto in questa direzione per accontentare tutti. Alle prime dimissioni ha fatto marcia indietro riunificando le deleghe senza dare indicazioni. Tutti gli assessori dimissionari hanno sentito la mancanza di un manovratore”.