Pensierozero nasce nel 2003 come gruppo musicale di cover. Nel 2005 diventa gruppo di inediti. Cinque gli elementi che lo compongono: alla voce Irene Ghiotto e Luca Pellizzaro al basso che sono di Montecchio Maggiore, Michele Piazza alla chitarra acustica e Fabio Fanton alla chitarra elettrica che sono di Chiampo e Bruno Rossi alla batteria che è di Piovene Rocchette. Tutti in età compresa tra i 23 ed i 33 anni. In testa un solo obiettivo: fare conoscere la propria musica e quest’anno ci provano con il Festival della Canzone Italiana di Sanremo.
Hanno da poco registrato il loro ultimo sforzo. Il pezzo, ricco di cultura, ha dell’incredibile: dalla melodia alla voce è una fusione armonica che rapisce anche l’ascoltatore più distratto. Irene ha un’ugola ricercata e preparata. Le doti del gruppo che l’accompagna non sono improvvisate. Irene ha studiato canto per molti anni e suona diversi strumenti, Luca Pellizzaro ha approfondito le sue conoscenze sul basso e la chitarra a Milano presso il CPM. Gli altri componenti hanno anche loro a sua volta approfondito gli strumenti in ambienti diversi. Ora hanno terminato l’accademia di Sanremo e tra breve prenderanno parte alle selezioni che si dividono in tre fasi: semifinale, finale e fase RAI. Il loro arrangiatore è Diego Michelon, personaggio di spessore che ha a lungo lavorato con Lucio Dalla, Ron, Claudio Lolli e molti altri artisti importanti. Li abbiamo raggiunti in sala di registrazione proprio in un momento di pausa ed abbiamo rivolto qualche domanda a Irene Ghiotto: Perché la scelta di Sanremo. “Per il grande desiderio di fare conoscere la nostra musica e la pulsione artistica al mondo. Abbiamo tutti una buona preparazione musicale. Io ho studiato canto per cinque anni e suono diversi strumenti mentre. Luca ha studiato al Centro Professionale della Musica di Milano dove ha incontrato e conosciuto Diego Michelon che oggi è il nostro arrangiatore”. Chi è il vostro paroliere? “Io ed ho anche scritto il pezzo per Sanremo oltre ad altri. Poi nel cassetto ne abbiamo molte che abbiamo scartato in prima istanza ma non è detto che non le riprendiamo, anzi, magari dopo qualche tempo le rivalutiamo, la scelta è legata al momento. Poi una canzone quando la scrivo deve darmi delle sensazioni, me la debbo sentire addosso. Per scrivere un testo mi ispira molto la vita di tutti i giorni, una foto ingiallita, la quotidianità e l’amore nella letteratura, la poesia. A volte spontaneamente prendo spunto proprio da qualche testo antico”. Ammesso che le selezioni vi siano favorevoli cosa pensate che vi possa regalare un’esperienza come questa? “Sanremo è comunque una bellissima esperienza a prescindere dal risultato anche se molti sostengono che una volta che si è partecipato sarebbe bello restare sulla cresta del successo. Dal mio punto di vista sarebbe importante anche solo arrivarci. Poi non è detto che chi va a Sanremo Giovani riscuota successo e comunque è il fatto di suonare in una location di prestigio come quella, con un’orchestra di quel calibro che è un’occasione unica che vale assolutamente la pena di essere vissuta”. Un pregio sul pezzo che hai scritto per Sanremo “Sono molto critica di solito. A livello musicale il ritornello è molto melodico e sorregge una strofa intima e di atmosfera così forte da essere catturata al primo ascolto. E’ una sottile lama dorata che colpisce diretta al cuore ed ognuno, chiudendo gli occhi, ne può assaporare lo spirito. Il testo mi piace molto ho preso spunto da una citazione di Ovidio, si tratta di “La danza nel Buio”. Ovidio quando era in esilio non aveva più un pubblico a cui leggere le sue opere e si sentiva un danzatore nel buio, un artista senza pubblico. E’ quindi inutile che lo faccia se non solo per se stesso. Questa situazione l’ho proiettata su noi artisti senza pubblico che finché non si arriva ad un livello elevato di conoscenza e professionalità, poche persone possono ascoltare quello che hai da dire e si ha la sensazione di ballare nel buio da soli e di trovare la forza di portare avanti questo progetto senza avere l’immediato riscontro del pubblico”. Diego Michelon arrangiatore dei Pensierozero: quando e come nasce questo progetto? “Sono l’arrangiatore di un progetto che nasce a marzo di quest’anno. Mi hanno fatto ascoltare dei pezzi che mi sono piaciuti e gli ho dato una mano. Questo brano che andrà alle selezioni di Sanremo è uno dei pezzi minori del loro repertorio, purtroppo gli altri non sono più inediti. Questo era l’unico disponibile”. Dove potrebbe arrivare un gruppo così? “Secondo me molto in alto, lavorano bene e soprattutto di qualità, certamente non commerciale. Prediligiamo il fatto di eseguire i brani che ci piacciono. La qualità alla fine può pagare bene. Sono bravi musicisti, Irene ha il dono della scrittura e questo è un grande vantaggio per un gruppo emergente”.