A metà febbraio ultimo scorso, si è svolta l’assemblea per la nomina delle nuove cariche sociali della associazione “Genitori Insieme”, nata ufficialmente nel 2004 dove si identificano, condividendone angosce e problematiche, un gruppo di un’ottantina di genitori di ragazzi con disabilità più o meno gravi, per circa una sessantina di famiglie della vallata del Chiampo. Al neo-presidente eletto, Franco Tadiello, abbiamo rivolto alcune domande.
Presidente Tadiello, quali sono gli obbiettivi e gli scopi dell’associazione?
La nostra è un’associazione di promozione sociale con l’obbiettivo di divulgare la cultura dell’integrazione dei ragazzi diversamente abili. Nei primi due anni di attività abbiamo lavorato per farci conoscere, tessendo una fitta rete di relazioni tra i comuni, le ULSS e le associazioni di volontariato. Abbiamo orientato le nostre forze anche in direzione dell’integrazione scolastica e la presenza dei gruppi H all’interno della scuola, organismi che si dovrebbero occupare di tutti gli aspetti riguardanti l’inserimento dei ragazzi disabili. Nelle nostre scuole, i gruppi H, in parte erano presenti e funzionanti, in altre non esistevano affatto. Abbiamo così contribuito all’attivazione degli stessi in collaborazione con i dirigenti scolastici e gli insegnanti compresi quelli di sostegno. Ci siamo attivati nei confronti dell’ULSS per quanto concerne l’aspetto dei servizi, partecipando alla stesura della relazione sul piano dei servizi sociali, mentre nell’ambito dell’età adulta abbiamo fatto in modo di potenziare un centro diurno per i ragazzi, dopo l’obbligo scolastico, a Montebello in località Cà Sordis. Ampliamento ottenuto dalla sinergia sviluppatasi con i comuni del circondario per far fronte ad una carenza di servizi diurni nei confronti di questi ragazzi che faticano ad entrare nel mondo del lavoro. Ciò comporterà l’opportunità di disporre di un numero maggiore di posti con servizi più adeguati compresa la mensa.
Cosa fanno i ragazzi in questi centri?
Ci sono due tipologie di progetto: esiste il CE.O.D. (centro occupazionale diurno) per i ragazzi con gravi disabilità ed il progetto socio riabilitativo per aiutare e preparare i ragazzi con un grado di disabilità meno grave ad entrare nel mondo del lavoro. Con il nostro impegno si è contribuito a rafforzare il lavoro, già svolto dalla cooperativa del “Piano Infinito” di Montebello Vicentino. Inoltre questo centro sarà utilizzabile da ragazzi che, a causa del grado di disabilità, non possono ultimare il loro percorso scolastico come le persone cosiddette normodotate. Questi i risultati nei primi due anni di attività dell’associazione.
Come vengono preparati i ragazzi al mondo del lavoro e con che programmi?
Tenendo sempre presente il differente tipo di disabilità, esiste un servizio dell’ULSS che si chiama S.I.L. (servizio integrazione lavorativa) il quale si occupa dell’inserimento delle persone diversamente abili nel mondo del lavoro. E’ un tema questo che necessita di un approfondimento maggiore e che ci stiamo impegnando a fare. Come genitori, abbiamo realizzato una sorta di selezione di tematiche, dando priorità alle necessità più impellenti. Ad esempio ci sta molto a cuore il problema della corretta informazione che è trasversale a tutti i momenti dell’età dei ragazzi, dalla nascita, momento delicato in cui i genitori vengono catapultati in una situazione nuova della quale conoscono poco o niente, alla pubertà, per poi entrare nella sfera degli adulti. Informazioni, quindi, fondamentali legate alla patologia che si presenta. In tempi pregressi abbiamo formulato una proposta agli assessori ai servizi sociali dei vari comuni circa l’attivazione di uno sportello informativo, oggi è arrivato il momento di portarla avanti tutti assieme anche con la partecipazione di forze esterne all’associazione, come lo sviluppo del nostro sito internet (www.genitoriinsieme.it), l’attivazione di newsletter e collaborando con persone in grado di approfondire e realizzare queste tematiche. Siamo alla ricerca di un volontario/a che possa occuparsi della segreteria dell’associazione ed anche che qualche comune ci metta a disposizione una sede.
Progetti e tematiche per il futuro?
Una tematica importante che di conseguenza diventa un progetto è il problema del sostegno alla famiglia che dovremo sviluppare con il volontariato. Non meno importante è tutelare i ragazzi per il “dopo di noi”. Ho potuto notare al CE.O.D. di Montecchio Maggiore genitori di settanta settantacinque anni con figli disabili di quarantacinque cinquanta anni e anche più. Non si può fare a meno di esprimere un commento su quei genitori anziani che debbono ancora gestirsi il figlio disabile in tutto e con la grande angoscia di non conoscere il loro futuro dopo che loro stessi non ci saranno più. Sono problematiche che vanno assolutamente approfondite; il sostegno a domicilio è molto importante ma non è sufficiente ad apportare alla famiglia il giusto sollievo di cui necessita per mantenere in equilibrio tutte le forze. Sarebbe auspicabile la realizzazione di una rete di personale qualificato, costituita da volontariato, istituzioni ed associazioni, , disponibile per i casi più gravi in varie fasce orarie della giornata. Per noi genitori sarebbe più rassicurante avere la certezza che un domani i nostri ragazzi potessero essere accolti da strutture di tipo familiare piuttosto che strutture sul modello ospedaliero o di ricovero.