Già dalla fine del sedicesimo secolo i leoniceni sentivano forte la necessità di avere un loro teatro. Nel 1794 fu costruito il Teatro dei Concordi in Via Teatro Vecchio, oggi Via San Francesco, quella porzione di strada parallela alla Via San Fermo che porta verso il Convento dei Frati presso San Daniele. Era come se i leoniceni volessero mettere il naso fuori dal solito borgo ed entrare in una mondanità degna della Città che sarebbe poi diventata al pari di Bassano del Grappa e Thiene nell’agosto del 1832. Infatti, il teatro, oltre ad offrire opere, commedie e altre esibizioni, assolve perfettamente alla funzione di luogo di ritrovo molto più confortevole di un qualsiasi altro locale. Il fenomeno della diffusione dei teatri coinvolgeva l’Europa intera ma soprattutto l’Italia ed il Veneto. Non a caso Venezia dal 1800 era diventata il cuore pulsante teatrale europeo. Questo importante fatto culturale aveva un mecenatismo caratterizzato sostanzialmente da un gruppo di nobili intellettuali che tentavano di ridare vita alla tragedia greca. Ciò permise un successo limitato ai soli benestanti. Quando a Venezia gli spettacoli di teatro lirico divennero accessibili a tutti tramite il pagamento di un normale biglietto, nuovi strati sociali poterono affacciarsi a questa, per il momento, ristretta nicchia culturale. Da questo preciso momento a venire, le sale teatrali, rispecchieranno la società che andava costituendosi in quei travagliati anni. Ne sono testimonianza i palchi, le logge, i palchetti e le gallerie, luoghi in cui le varie stratificazioni sociali prendevano posto, non solo per assistere agli spettacoli ma per sfoggiare abiti e monili per ostentare il nuovo grado sociale raggiunto. Per i nobili, il teatro, restava ancora un’appendice del palazzo. In ordine cronologico di costruzione, dopo il Teatro Garziere di Vicenza, il Concordi di Padova, il Roncali di Rovigo, l’Onigo di Treviso ed il Filarmonico di Verona, Lonigo vede il Teatro dei Concordi come fanalino di coda. Per evidenti motivi di spettatori, le città si dotavano di teatri da 3 a 5 ordini di palchi mentre le cittadine e i paesi ne avevano al massimo 3. Il nostro teatro aveva 3 ordini di palchetti, 15 per ordine e poteva contenere fino a 500 spettatori. Era uno tra i più piccoli del Veneto assieme a quello di Asolo, smontato e rimontato uguale negli Stati Uniti d’America. La Società dei Concordi che aveva costruito il teatro era un gruppo di concittadini che si era autotassato per raggiungere l’obbiettivo. Purtroppo non ci hanno lasciato documentazione dettagliata per poter descrivere accuratamente il teatro. Pare che il canone annuo versato dai soci ammontasse a 80 lire che sarebbero aumentate della metà in caso di spettacoli straordinari. Le famiglie più facoltose acquistavano un palco ed in quel periodo si calcola che a Lonigo ci fossero circa 952 famiglie, frazioni comprese, di cui solo una cinquantina con possibilità economiche tali da permettersi l’acquisto di un palco. Il Teatro Concordi nei suoi ultimi anni di vita veniva chiamato Teatro Vecchio. Il palcoscenico era abbastanza ristretto, all’incirca della misura di una saletta di un palazzo. Tra i nomi più illustri che hanno calcato le scene del Concordi ricordiamo la compagnia Moro Lin, la Giacinta Pezzana e la Bellotti Bon, tutte specializzate nel repertorio brillante dialettale. Alcuni spettacoli lirici come “La Sonnambula” e “La Traviata”, rappresentati nel 1886 dalla soprano Brambilla, ebbero un successo tale da essere tempestivamente scritturate per il Teatro La Scala di Milano. Il Concordi, divenuto ben presto insufficiente per ospitare gli spettatori di Lonigo, fu venduto dalla società costruttrice a Don Venceslao Corradini che lo trasformò in Oratorio delle Figlie di Maria. La necessità di avere un teatro più capiente è importante per la dignità ed onore del paese, è una finestra nella cultura nazionale, europea e più tardi mondiale. Il passaggio di Napoleone nella vicina Verona e le scorribande dei francesi a caccia degli austriaci sfocia nella sanguinaria battaglia di Arcole che dura ben tre giorni. Tutto ciò non favorisce certo un periodo di tranquillità ma forse proprio questa realtà lontana dal modo di vivere dei leoniceni agevola il grande desiderio di costruire un nuovo teatro adatto alle loro esigenze. Trascorrono così 98 anni dall’inaugurazione del Teatro Concordi a quella del Teatro Comunale di Lonigo avvenuta nel 1892.