E’ un episodio legato a quest’ultimo lustro poter ammirare ancora, in tutta la sua magnificenza, la mitica, e qui non esagero, Vespa in giro per i vicoli dei nostri paesi. Non in veste di cimelio in tour rappresentativo ma di un comune mezzo di trasporto quotidiano e neppure un ritorno di moda, direi più una necessità. Certamente dovuto in primis allo sforzo di molti Vespa Club, questo ritorno al cult tutto italiano lo dobbiamo anche in buona parte alla crisi economica che sta investendo il globo. Gli analisti ci ricordano che un’economia mondiale già in difficoltà ha subito una forte spinta dalla fallimentare scelta degli americani nel concedere i mutui subprime, ovvero quei prestiti che sono stati concessi a soggetti che hanno avuto problemi pregressi nel loro decorso di debitori. La storia creditizia di questi soggetti è prettamente costellata di inadempienze. L’America, che lo voglia o meno è in recessione; inutile ormai nascondersi dietro a un dito e l’aumento del costo dei derivati del petrolio, la crescita esponenziale di paesi emergenti come Cina e India, gli interventi bellici da parte degli USA in diverse zone ha messo in crisi un po’ tutti tale da spingere molti, per quanto possibile a correre ai ripari per fare fronte ad una situazione economica che potrebbe ancor più peggiorare. Ecco che il mezzo della casa di Pontedera, troppo spesso abbandonato in garage o in rimesse per attrezzi agricoli, pieno di polvere e ragnatele, viene equamente rivalutato, sistemato e rimesso in sesto. Il costo che maggiormente grava sulle famiglie è certamente il carburante dei mezzi di trasporto soprattutto per coloro che per problemi d’orario o per distanze non coperte dai mezzi pubblici sono costretti a muoversi con mezzo proprio. A Genova, nel 1884, Rinaldo Piaggio era poco più che ventenne e l’azienda che ha fondato si dedica prevalentemente all’arredamento delle navi, poi carrozze e vagoni ferroviari, motori, tram e carrozzerie speciali. Con l’avvento del Primo Conflitto Mondiale, Piaggio, entra nel settore aeronautico. Durante la Seconda Guerra mondiale diventa il maggior produttore di velivoli e per tale motivo i suoi stabilimenti escono distrutti a fine conflitto. Enrico Piaggio, figlio di Rinaldo, puntò la nuova produzione sulla mobilità individuale. Corradino d’Ascanio, ingegnere aeronautico e genio assoluto realizzò l’intuizione di Enrico. Con questa felice soluzione, sviluppata a costi abbordabili per l’utenza che usciva bastonata da un duro conflitto, Enrico, poté fare funzionare gli stabilimenti danneggiati. Il primo modello ad essere prodotto fu la MP 5 ribattezzata “paperino” . Enrico, non felice del progetto, incaricò d’Ascanio di rivedere il progetto, il quale sfruttando la sua esperienza nel settore aeronautico attribuì al mezzo innovazioni straordinarie: scocca portante a presa diretta, cambio sul manubrio, per facilitare il cambio di un pneumatico forato utilizzò un braccio simile al carrello di un aereo ed ideò una carrozzeria capace di proteggere il pilota impedendogli di sporcarsi e di scomporsi nella suo abbigliamento. In pochi giorni, d’Ascanio coadiuvato dal disegnatore Mario d’Este, misero a punto il primo il primo progetto della Vespa prodotto a Pontedera nel 1946. Davanti al prototipo MP 6, Enrico Piaggio, vista la forma stretta della “vita” disse: ”sembra una vespa” e Vespa fu battezzata. La prima produzione è di 2000 esemplari di Vespa 98cc.