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Confagricoltura Vicenza

Paolo Sordo - Direttore di Confagricoltura di Vicenza
Paolo Sordo - Direttore di Confagricoltura di Vicenza

17 maggio 2007

 

Si è svolto ieri sera nello splendido contesto di Villa San Fermo a Lonigo l’importante convegno, patrocinato da Confagricoltura Vicenza, sulla delicata tematica “La ricerca in agricoltura e la valorizzazione delle biotecnologie”. E’ un appuntamento che si rinnova anche quest’anno, arricchito in questa edizione da un argomento di importanza nazionale. La prima parte dell’incontro era essenzialmente riservata ai soci mentre la seconda è stata ricca di interventi e relazioni approfondite e dettagliate. Il sindaco di Lonigo, Silvano Marchetto, ha introdotto con un breve discorso la serata. Il problema allarmante che emerge, ben argomentato dalla Presidente di Confagricoltura Vicenza, Linda Spina, è che dai dati raccolti da Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione Europea, il reddito per addetto agricolo nel nostro paese è diminuito nel 2006 del 4.2% mentre nell’intera Unione Europea è aumentato del 2.6%. E’ necessario quindi analizzare il settore agricolo considerandolo all’interno di un contesto di una grave crisi strutturale dovuta essenzialmente a rincari dei costi, soprattutto energetici, la concorrenza internazionale e politiche agricole con novità strutturali che non hanno molto agevolato il nostro settore. La Germania e la Gran Bretagna, nonostante abbiano affrontato le stesse novità strutturali, hanno saputo garantire una solidità tale alle imprese agricole con il risultato di un aumento del reddito superiore al 20%. Per portare fuori da questa situazione stagnante il settore agricolo si rende necessario concentrare maggiori risorse nel campo della “ricerca in agricoltura”. Il nostro non è un paese che investe molto nel settore della ricerca in generale e il settore agricolo è proprio il fanalino di coda. Lo sviluppo di biotecnologie applicate all’agricoltura sono destinate a diventare il fulcro di un’attività industriale e commerciale che se ben utilizzate permetteranno di raggiungere un adeguato sviluppo economico. Le biotecnologie avanzate rappresentano una rivoluzione che investiranno non solo l’ambiente scientifico ma anche industriale e medico apportando sempre più ripercussioni sul piano economico e sociale. E’ una grande opportunità alla quale difficilmente potremmo sottrarci. Negli altri paesi da molti anni si dedicano molti fondi per lo sviluppo e la ricerca in questo settore e questa è la motivazione per cui sono in costante sviluppo. Queste tecnologie hanno prodotto raccolti importanti per ettaro, prima inimmaginabili, le coltivazioni sono molto resistenti ad avversità e patologie nonché alla tolleranza alle avverse condizioni climatiche. esempi pratici commercializzati oggi nel mondo sono il mais, la soia, la colza le quali consentono un utilizzo molto più razionale di erbicidi, antiparassitari soprattutto per la capacità di certe piante di autoproteggersi nei confronti di batteri e virus. utilizzare biotecnologie significa migliorare le caratteristiche di durata, di sapore e di consistenza degli alimenti. In Europa fino ad oggi la coltivazione transgenica è stata limitata da restrizioni di normative legate soprattutto da un atteggiamento di diffidenza da parte dei consumatori certamente innescato da un’informazione non corretta prodotta dai media. Questo contesto ha certamente agevolato altri paesi in via di sviluppo che mettendo in pratica queste tecnologie ora sono divenuti i principali concorrenti.

Il Presidente di Confagricoltura Federico Vecchioni

Dobbiamo cercare le giuste alleanze tra i paesi europei per tutelare i nostri prodotti. Ciò ci permetterebbe di dare al nostro Ministro dell’Agricoltura la forza necessaria per avere un adeguato peso politico in Europa. Oggi non esiste una politica agricola mediterranea, quindi si rende necessario attribuire priorità politica ad alcuni grandi settori in debito di ossigeno con grande volontà e potenzialità di sviluppo. Purtroppo l’asse della politica agricola si sta invece spostando verso nord. Dobbiamo impegnarci affinché le nostre risorse vitivinicole non passino attraverso le organizzazioni produttrici, non perché non ci crediamo piuttosto perché non sono adeguatamente strutturate. E’ necessario ripartire equamente le risorse tenendo presente che per averle dobbiamo produrre. Un occhio di riguardo lo dobbiamo alle imprese giovani dove ci sono più opportunità soprattutto di sviluppare nuove idee. L’impresa giovane è simbolo di ricambio generazionale. L’obbiettivo di Confagricoltura è quello di tener vicino l’imprenditore o il suo associato offrendogli l’assist necessario poiché è il cardine dello sviluppo e della crescita.