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 Dicono che la morte sciolga

ogni cosa, tranne 

i pensieri che rimarranno in eterno, tramandati, raccontati, scritti,

ma restano.

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La cultura sotto gli zoccoli

Villa Mugna
Villa Mugna

18 novembre 2006

 

Silvia Amalia Giovanna Bernardini nasce a Lonigo il tre febbraio del 1896. Trascorre tutta la sua infanzia assieme alla famiglia in quella casa situata a destra, nella parte all’estremo Sud della Via Roma, che confina con la rete di cinta dell’ippodromo comunale. Sono poche le cose che conosciamo della vita prematrimoniale di Silvia ma certamente ci aiutano a tracciare i contorni dello straordinario personaggio che ha rappresentato. Approfondì gli studi a Verona e i migliori insegnanti del tempo si occuparono di erudire ed ampliare la sua cultura. Ebbe particolari doti enigmistiche che esternava con la progettazione di complicati ed ingegnosi schemi di parole crociate ed articolati rebus. Componeva poesie e commedie teatrali. Nel tempo libero organizzava delle partite a ramino o a poker con gli amici. Durante gli spostamenti dovuti a scopo scolastico, era accompagnata da un nobiluomo, Giobatta Mugna detto “Tita”, più vecchio di lei di circa una trentina d’anni e che ebbe la fortuna e l’onore di portarla, in seguito, all’altare. Questa fortunata unione, permise a Silvietta, che così era simpaticamente conosciuta tra gli amici, una vita decisamente agiata. La nuova residenza nuziale, voluta da Tita all’inizio secolo per opera dell’ingegner Carraro, fu eretta in centro a Lonigo, a fianco del Duomo. Oggi è la sede del Municipio. La passione per il teatro e l’abilità indiscussa nel comporre commedie, convinse il marito a costruire un teatro stabile all’interno di Villa Mugna. Silvia diede inizio alla rappresentazione di opere da lei stessa scritte coinvolgendo anche l’aristocrazia locale. Ebbe così modo di farsi conoscere nel mondo artistico teatrale della città scaligera e del Palladio collaborando anche con Primo Piovesan, attore vicentino. Le iniziative culturali di Silvia riscossero il meritato successo e nel 1929 fu addirittura rappresentata una sua commedia dal titolo “Fantasie blu”, al Teatro Comunale di Lonigo. La spinta culturale ed il contributo artistico che Silvia diede a Lonigo non ebbe precedenti. Tra le sue opere più rappresentative ricordiamo “El pergolo dela siora Nina”. Villa Mugna in quei tempi brulicava dei talenti del tempo dallo scrittore e poeta Berto Barbarani al pittore e scultore Angelo Dall’Oca Bianca, che ritrasse il volto di Silvia, unica immagine che resta di lei oggi. I coniugi Mugna non ebbero figli ed alla dipartita di Giobatta, Silvia si ritirò a vivere nella casa di Via Roma. Dopo vari anni a causa di un incidente accadutole, fu ricoverata presso la Casa di Riposo di Montebello Vicentino, ivi si spense il 14 novembre del 1983. Dopo di lei nessuno ha più colto il testimone culturale lasciato e sinceramente quasi nessuno si è più ricordato di lei, soprattutto le amministrazioni comunali che si sono avvicendate negli anni. Non c’è neppure una Via o una Piazza intitolata a suo nome. Definita da alcuni come una piccola mecenate sarebbe importante per la cultura leonicena celebrare la sua memoria degnamente. La precedente amministrazione è riuscita ad utilizzare cinquantamila euro dei cittadini per un cavallo di bronzo come monumento al lavoro rurale, sarebbe auspicabile spendere qualche euro per affiggere una targa in memoria della cara Silvietta.

 

Ritratto di Silvia Bernardini Mugna
Ritratto di Silvia Bernardini Mugna