Ho chiesto al sole di asciugare le mie lacrime.
E il calore ha bruciato le mie gote.
Ho chiesto ad una musica di regalarmi ancora emozioni.
Il suo volume ha reso sorde le mie orecchie.
Ho chiesto ad un farmaco di ovattare il mio dolore.
Mi ha preso lo stomaco e stretto in una morsa le viscere.
Ho chiesto alle tenebre di mettere pace ai miei pensieri.
Rapito dai sogni, ucciso dagli incubi.
Ho chiesto al gelo di fermare i miei ricordi.
Tutto in me era paralizzato, non riuscivo a parlarti.
Ho chiesto alle nuvole di portare via i le mie insicurezze.
Il vento spazzava gli ultimi pensieri, l’alito di vita.
Ho chiesto al poeta di ridarmi speranza con i suoi versi.
Ma non c’erano rime, mancava l’armonia.
Ho chiesto al grande albero di proteggermi con le sue fronde.
Le foglie cadute hanno sommerso il mio corpo, soffocandolo.
Allora ho chiesto al grande fiume di prendersi cura della mia anima,
così accolse le mie lacrime e le onde lambirono il mio corpo.
Cullato come un bimbo mi inghiottì una placenta fresca,
un raggio di sole colpì per l’ultima volta i miei occhi
e ti vidi, nitida e serena, sorridere come sempre.