Ti ho amata mia tenera e colorata farfalla
con l’entusiasmo di un bimbo,
con la saggezza di un vecchio.
Tenevo tra le mani un cristallo fragile,
il dono più bello che Dio avesse pensato per me.
Un terribile gioco di luci e riflessi che credevo veri.
Un miraggio, una fonte d’acqua nella sabbia.
Mi sono riscaldato con quel calore
ho bevuto quanto potevo da quel getto limpido,
fino ad averne bisogno per vivere.
E’ passato tutto così in fretta,
nemmeno il tempo di capire, di imparare.
Ora ci sono solo lacrime da bere
e brividi e conati di vomito e dolori allo stomaco
per cercare di sopravvivere.
Solo ricordi, i ricordi di ieri.